Se dovessimo essere così ingenui da seguire alla lettera i mediasfera mainstream, piomberemmo in un mondo schizomorfico dove tutte le cose sono ultra divise, con la verità da una parte e ovviamente le non verità dall’altra. Uno dei tanti insegnamenti di questa pandemia, di cui nessuno nega più l’esistenza, sta nel fatto che la scienza non è univoca ma, come la critica postmoderna ha abbondantemente sottolineato, irrimediabilmente vincolata al fattore soggettivo e ai limiti euristici di modelli che non possono cogliere realtà nella sua infinita complessità, ma solo interpretarla. Mai come in questa drammatica occasione la comunità scientifica è apparsa così divisa in tante voci diverse e contrastanti. Come abbiamo visto molto chiaramente a comminciare per esempio dall’innafidabilità dei test, passando dall’indice di contagiosità generalmente taciuto per arrivare al numero di morte per covid confusi con quelli con covid, tutti i “dati” emessi da esperti e istituti sarebbero da interpretare, mentre invece vengono costantemente spacciati per oggettivi dai telegiornali il cui format sembra essere l’unica cosa che non muta in un mondo in perenne e sempre più rapido movimento.
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Antoine Fratini